Appunti sparsi sulla storia della curatela

Come ho già detto in qualcuno fra i post, mi sto occupando da un certo periodo della descrizione del sistema arte con particolare riferimento alla figura del curatore e alle innovazione che tale figura porta. E' una storia non scritta abbastanza complessa che si snoda fra le molte competenze di cui il curatore oggi si è fatto carico. Presto ne tratterò in maniera organica e più ufficiale, intanto segue qualche spunto dai testi con cui mi sto accompagnando.



Pieter van Laer


"Ad allentare lo stretto legame fra artisti e committenti, le mostre annuali o periodiche di pittura giocano un ruolo fondamentale. Organizzate in occasione di ricorrenze religiose o di solenni processioni (...) ponevano l'artista, spesso alle prime armi, in contatto con un pubblico più vasto, liberandolo dalle più limitanti richieste private come dalle commissioni ecclesiastiche. Vi si presentavano principalmente giovani artisti stranieri, desiderosi di farsi conoscere o anche specialisti dei nuovi generi, considerati minori e subalterni dalla critica ufficiale, del paesaggio e della natura morta. Le mostre, interferendo e contrastando le committenze tradizionali, davano l'opportunità di conoscere maniere, tendenze e stili diversi, rendendo le opere largamente accessibili e liberando la pittura da una fruizione elitaria e intellettuale. Emblematico in questo senso il caso della fortuna dei Bamboccianti, amanti dai collezionisti e dai conoscitori più aperti e lanciati dalle mostre e dal mercato e avversati dalla critica ufficiale di stampo classicista. La storiografia contemporanea li giudicava pittori di genere inferiore, dei dilettanti."*

* Cristina De Benedictis, Per la storia del collezionismo italiano, Ponte alle Grazie, Firenze, 1991




Andries Both

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