15 luglio

Elena Pulcini nel suo libro 'L'individuo senza passioni. Individualismo moderno e perdita del legame sociale' (Torino, 2001) dedica un capito al rapporto fra gloria, sovranità e autoconservazione. La studiosa con l'aiuto degli scritti di Elias e Bataille, analizza il passaggio dal primato premoderno della gloria, quel moto ''senza misura e senza limiti'', alla centralità moderna dell'autoconservazione. Per Bataille con l'avvento della modernità, ''tutto ciò che era generoso, orgiastico, smisurato è scomparso; è stato sacrificato all'imperativo della conservazione e dell'acquisizione […] che le impone di porre un divieto definitivo e assoluto al libero scatenamento delle passioni attraverso il quale le società tradizionali sfogavano ciclicamente il loro bisogno di dépense consentendo agli uomini di accedere alla propria dimensione sovrana''. Come si inseriscono i nostri castelli all'interno di queste considerazioni? Quei luoghi che ho visti pieni di gente che si nutriva di abbondanza fisica e visiva, non inseguono forse la stessa originalità antropologica che il pensiero di Bataille chiamava a gran voce? Nell'epoca dell'evento la sovranità invocata è ripristinata: di quel pensiero rivoluzionario i castelli sono figli non degeneri. La società economica, culturale (artistica) si è inserita perfettamente nella richiesta di ''quel moto senza misura e senza limiti''. O partiamo da questo presupposto, oppure qualsiasi ragionamento che si voglia dir critico è destinato, nella migliore delle ipotesi, alla più o meno felice contingenza delle proprie pagine o del proprio mercato. ''È importante insistere su questo aspetto. Il declino della gloria e il configurarsi di una antropologia dell'autoconservazione non implicano affatto, come sostiene Elias, un semplice indebolimento delle passioni […] e neppure, come vuole Bataille, una scomparsa tout court della vita emotiva, sepolta nell'inconscio a favore del principio razionale dell'utile. Si verifica al contrario un processo più complesso che potremmo definire una metamorfosi delle passioni... Il primo effetto di questa metamorfosi è che le passioni premoderne, come la gloria, si svuotano dei loro precedenti senso e funzione e si riempono esse stesse di nuovi contenuti, divenendo pura maschera di impulsi autoconservativi''. Analisi perfetta, anche per il nostro caso in cui i significanti rimbalzano da un posto all'altro senza significato. Ma il significato mancante non è forse il viatico per il ripristino della sovranità umana? Anche l'analisi della Pulcini è imbevuta di ideologia e manca il bersaglio. Il punto che i castelli (come esempio contingente e non come emblema), rivolgono retrospettivamente al pensiero rivoluzionario, è relativo alla dimensione energetica. Essi confermano una taratura 'verso l'alto' e quindi, per converso, suggeriscono una revisione verso il basso.

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